Consiglio comunale Canosa |
Ospedale di Canosa: il Consiglio comunale
approva un ordine del giorno che detta le linee guida in difesa dell’ospedale
di Canosa
Il Consiglio comunale, dopo una accesa
discussione, ha approvato un Ordine del giorno in difesa dell’ospedale di
Canosa, pesantemente penalizzato dal “Piano di riordino ospedaliero” varato
dalla Regione Puglia. Dopo un intervento del rappresentante del “Comitato
spontaneo cittadino a difesa dell’ospedale di Canosa B619”, Riccardo Zagaria, il Presidente del Consiglio,
Pasquale Di Fazio, ha chiarito
la normativa nazionale in materia e la ragione che ha portato alla formulazione
del Piano di riordino ospedaliero.
“Il Piano di rientro - ha detto Pasquale Di Fazio - prevede che lo Stato recuperi il debito delle Regioni che hanno
forato il tetto del Patto di Stabilità, attraverso un risparmio
sui costi
di gestione della Sanità. Prima che il Piano di riordino fosse varato, gli ospedali in Puglia erano 110.
L’obbiettivo auspicato dal Piano invece è che in Puglia ci siano 20 grandi
ospedali d’eccellenza, con circa 400 posti letto l’uno, completi nella offerta
diagnostica e terapeutica. Nel Piano di riordino lo Stato ha imposto alla
Puglia un taglio di ben 2.200 posti letto e ci ha portati ad un tasso di 3.4
posti letto ogni 1000 abitanti, a fronte degli iniziali 4. La Regione Puglia ha
di fatto così ridotto il suo debito, da 400 milioni ai 47 milioni attuali.
La Asl Bat è purtroppo da questo punto di vista un territorio penalizzato,
poiché privo anche di una Facoltà di Medicina che, se fosse presente, potrebbe erogare
prestazioni sanitarie di tipo avanzato, nonché di strutture private che forniscano
prestazioni sanitarie di tipo ospedaliero”.
“Pur prendendo atto della normativa vigente - ha detto il sindaco - , è indubbio
che il risultato abbia penalizzato in modo intollerabile questo territorio. Il
nostro obiettivo primario è quindi quello di mantenere i livelli di operatività
della nostra struttura ospedaliera quali erano al 2010.
I numerosi confronti con l’assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini, e con il direttore
generale della Asl Bat, Giovanni Gorgoni,
hanno partorito ipotesi alternative, accettabili esclusivamente laddove la
Regione Puglia dimostri l’impossibilità giuridica di mantenere lo status quo”. Tali ipotesi prevedono l’apertura a Canosa dei reparti specializzati
di Ortogeriatria, Day Surgey (chirurgia di un giorno), Centro del risveglio e
ambulatori specialistici, portando il plesso di Canosa dagli attuali 71 posti
letto, previsti dalla Delibera regionale del 27 dicembre 2012, ad almeno 120,
garantendo così un adeguato dimensionamento della struttura ospedaliera. “Le proposte che abbiamo discusso- ha continuato il primo cittadino-, rappresentano comunque l’extrema ratio e,
prima di poterle ufficialmente condividere, saranno ovviamente sottoposte alla volontà
della comunità canosina. Questo è il senso della delibera oggi votata - ha
sottolineato il sindaco - : garantire i
Lea, i Livelli Essenziali di
Assistenza alla popolazione, attraverso l’ospedale di Canosa, ovvero accettare
una alternativa che fornisca in ogni caso garanzie alla comunità; in primis
sulla salute, e quindi sui livelli
occupazionali”.
Nella prossima seduta della Commissione
sanità della Regione, che si terrà il 25 gennaio, è prevista l’audizione del
sindaco di Canosa che riporterà qual è la posizione del Consiglio comunale e dei
canosini. “Sarà quella la sede opportuna -
ha concluso La Salvia - anche per
invitare sul nostro territorio i vertici della Commissione stessa, affinché
chiariscano in modo inequivocabile la posizione regionale, prendendo gli
impegni necessari di fronte alla popolazione”.
L’ordine del giorno approvato, a firma dei
consiglieri comunali Cosimo Pellegrino,
Antonella Cristiani, Giuseppe Diaferio, Sabina Servarolo e Luciano Papagna, prevede, tra l’altro, che il primo cittadino debba:
•
continuare, in virtù della delega ricevuta dal
Consiglio comunale del 27 giugno 2012, nella sua attività già posta in essere
in difesa dell’Ospedale di Canosa per il mantenimento dello stato attuale;
•
chiedere ai Sindaci dei Comuni di Minervino
Murge e di Spinazzola, già fortemente penalizzati dalla chiusura dei rispettivi
ospedali, un impegno istituzionale a fianco del Sindaco di Canosa nella difesa
del nosocomio “Caduti in guerra”, punto di riferimento anche per le loro
popolazioni e sollecitarli ad intraprendere una lotta congiunta;
•
contattare i sindaci di San Ferdinando,
Trinitapoli e Margherita di Savoia per far sì che anche loro si associno alla
lotta per la difesa dell’ospedale,
•
continuare a sostenere tutte le iniziative,
rispettose della legalità, che i comitati spontanei sorti in difesa
dell'ospedale vorranno promuovere;
•
organizzare tutte le eventuali iniziative che
mirino a tenere alta l’attenzione per la difesa dell’ospedale;
•
valutare eventuali proposte ufficiali della
Regione Puglia, purché portino i posti letto oltre i 120, fatta salva la
salvaguardia dei Lea, Livelli essenziali di Assistenza; la possibile
realizzazione di proposte alternative dovrà essere contestualizzata alla
dismissione e salvaguardare un punto nascite nel locale nosocomio.