Dovevo camminare, questo aveva detto la terapista, se volevo recuperare la sensibilità alla gamba, se non volevo aumentare le possibilità di perderla. Così cercavo di trascinarla, pur non sentendola, insieme all'altra, con la sensazione di cadere ad ogni passo, con la sensazione che non reggesse.
Non la sentivo, era come anestetizzata. La schiena mi faceva male. Ma camminavo, sul lungo mare, lentamente, guardando di fronte a me, ascoltando la parte del corpo che non collaborava. Camminavo, parlando al mio piede e al mio polpaccio, chiedendo loro di riacquisire la sensibilità perduta, parlavo alla schiena che urlava tagliente il suo dolore e che spezzava il mio corpo in due[...]